Livingston, mannaia per 234
Cassa integrazione finita, scatta la mobilità per i dipendenti (per lo più steward e hostess) non riassorbiti dalla nuova compagnia di Riccardo Toto
Cardano al Campo – Due fogli – sottoscritti lunedì 29 al Ministero del Lavoro – e una certezza: dopo quattro anni di cassa integrazione, sono in partenza le lettere di licenziamento per i 234 dipendenti della ex Livingston che non sono riusciti a salire a bordo della nuova compagnia, la New Livingston targata Riccardo Toto. Sono 147 donne e 87 uomini: ci sono steward e hostess (per la stragrande maggioranza), piloti e personale di terra. Per loro, il sogno di tornare a volare si è infranto a Roma con la conclusione della procedura di licenziamento collettivo. Ora, in base alla legge Fornero, l’ultimo paracadute sociale è la mobilità: 32 mesi per chi ha più di 50 anni d’età, 24 mesi tra i 40 e 50 anni, 12 per i più giovani. “E’ finita”, commenta laconico Gianluca Tempesti (Anpav), uno dei sindacalisti più rappresentativi della battaglia iniziata quattro anni fa, quando la vecchia proprietà targata Massimo Ferrero (l’attuale presidente della Sampdoria) portò la rinomata compagnia aerea di Cardano al Campo sull’orlo del fallimento. Nell’autunno 2010 la grande mobilitazione dei 500 dipendenti Livingston, con girotondi all’interno del Terminal 1, manifestazioni in discoteca, addirittura un calendario sexy a Volandia. Due risultati li ottennero: la cassa integrazione per quattro anni e il commissariamento ministeriale che salvò la compagnia e, dopo un anno e mezzo di traghettamento, la consegnò nelle mani del nuovo patron Riccardo Toto che la riportò in volo, con la promessa di richiamare in servizio praticamente tutti entro cinque anni. Il suo progetto, però, si è scontrato con la dura realtà di un settore del trasporto aereo ancora in estrema difficoltà e con una serie di intoppi. Le conseguenze sono nei numeri: dei 500 lasciati a terra da Ferrero, soltanto la metà ce l’ha fatta.
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