
Al Financial Times, Johan Lundgren – CEO easyJet – si concede al quotidiano finanziario inglese, nel delineare la sua strategia per uscire fuori dall’angolo, anche nei confronti delle due rivali del mercato, Ryanair e Wizzair.
Cerca di affilare le frecce che ha nell’arco non solo contro di loro, ma pure verso le legacy, il suo piano e’ prendersi parte del loro mercato.
L’articolo e’ al link:
https://www.google.it/amp/s/amp.ft.com/content/52633077-89f8-4e95-a3aa-a60128b367c5
Vuole essere ambizioso, lo deve essere se vuole riprendersi cio’ che ha perso, perché easyJet ha perso terreno nei confronti delle rivali. E quelle non fanno di certo sconti.I suoi aerei, poco piu’ di 300 volano meno di quelli delle low cost concorrenti.
easyJet sta investendo parte della liquidita’ acquisendo slot a Londra Gatwick per avere l’effetto esclusiva sul mercato dell’aeroporto inglese. Vuole tenere lontane le altre, in particolare Wizzair , che ha mire di arrivare a Gatwick. Anche se sbarchera’ BA Euroflyer, la quale ancora non ha rivelato nulla.
Lundgren dice di voler arrivare ai volumi pre pandemia con l’estate 2022. Gli altri, Ryanair in particolare e’ gia’ ora a piu’ 19% sul 2019. Ora easyJet e’ al -36%.
Non c’e’ solo il mercato da recuperare, ma pure il valore delle azioni e’ un obiettivo da far risalire in Borsa. Wizz e Ryanair ci sono gia’ riuscite, al momento easyJet languisce al 50% in meno rispetto al 2019.
Lundgren accusa i rivali O’Leary (Ryanair) e Varadi (Wizz) di mostrare come lui li definisce un ”big mouth” e cioe’ di parlare troppo circa il fatto che easyJet stia stentando.Le dichiarazioni di Lundgren sono state fatte al quotidiano inglese prima che l’altro ieri il Governo di Johnson prendesse le decisioni per stringere ancora di più’ sulla questione Covid con l’effetto di Omicron. Non sara’ felice di questo provvedimento, proprio sul fatto che easyJet puntera’ su Gatwick e in generale nel Regno Unito.
Intanto sia Wizz, che Ryanair hanno centinaia di aerei nuovi in arrivo, sia la prima grazie a Indigo e la seconda autonomamente hanno le capacita’ di essere di fatto un lessor dei propri aerei. A differenza di easyJet costretta a comprarseli o noleggiarli. Nei mesi scorsi una buona parte della flotta e’ stata venduta e ripresa in leasing per fare liquidita’. Anche Stelios Haji Ioannou dice che sono troppi gli aerei che easyJet ha ordinato e l’anno scorso ha provato a disarcionare sia Lundgren, che molti altri dirigenti. Ma non c’e’ riuscito. Non ha poi partecipato alle due raccolte di liquidita’ scendendo di conseguenza dal 25% al 15% delle azioni della societa’ che ha fondato a meta’ degli anni 90..
Lundgren e’ pero’ titubante, vuoi per Omicron e altro. easyJet nell’ultimo anno, da inizio pandemia ha perso 2 miliardi di sterline. I ritorni poi non e’ che siano stati brillanti. Tanto che Eddie Wilson definisce easyJet come un aerolinea in regressione o ridimensionata rispetto al passato. E non e’ che ci siano grossi cenni di inversione di tendenza, cioe’ una ripresa del mercato con un azione piu’ rapida e incisiva nell’aggredirlo con incrementi e espansioni del network.
Qualche azionista investitore, non e’ che sia felice delle performances prodotte dal vettore e mostrate in settembre. Questo a confronto di quello che stanno facendo i competitors, cioe’ come dice Wilson, in questi momenti si colgono tutte le opportunità per occupare i mercati lasciati liberi da altri a causa della situazione e ripartire piu’ velocemente.
Se il raggiungimento dei numeri prepandemia saranno nel 2023, c’e’ caso che altri siano arrivati prima. easyJet e’ stata svantaggiata perché il suo baricentro e’ il Regno Unito, quindi il mercato piu’ penalizzato negli ultimi 20 mesi con numeri e volumi molto piu’ bassi dell’Europa che ha lasciato, diversamente piu’ rapida e con migliori prospettive. Svantaggiata dal fatto che vola su aeroporti piu’ costosi e complicati operativamente. Un paio di casi fuori dal Regno Unito sono: Parigi CDG e Amsterdam. Dove Ryanair e Wizz si tengono distanti per i lunghi tempi da spendere a terra, quindi minor utilizzazione degli aerei e costi alti anche dati dai rullaggi molto prolungati.
Intanto da qualche giorno e’ arrivato il nuovo chairman Stephen Hester, un banchiere ben conosciuto nella City e lui stesso chiede un rapido decollo. Ci riusciranno gli arancioni?