
In un articolo di AFR – Australian Financial Review, il giornalista Joe Aston dipinge la guida di Alan Joyce (CEO in uscita di Qantas) non proprio trasparente sui risultati del vettore di bandiera australiano. Nella sua retrospettiva vengono raccontati fatti poco chiari.
In particolare punta il dito sui rimborsi ai passeggeri che comprarono titoli di viaggio per voli nel periodo del Covid e mai rimborsati, sia a clienti australiani, che stranieri.
La fine dell’anno e vicina, 126 giorni scrive e la compagnia oltre tale termine potrebbe non piu’ ricomoscere circa mezzo miliardo di dollari australiani .
Nonostante che i prezzi dei biglietti sono piu’ cari del passato del 52% e chi viaggia siano il 28% in meno del pre-Covid, e’ lecito chiedersi perche’ i rimborsi non sono stati fatti, visto che la compagnia aerea ha i dati di pagamento delle carte di credito per estinguere le somme pagate dai passeggeri, che pero’ non hanno viaggiato. Oltre al fatto di aver presentato dati finanziari positivi per 2,47 miliardi di dollari australiani ante tasse, circa l’ultimo esercizio finanziario.
Qantas, riporta sempre il giornalista nell’ante Covid nel marzo 2020 aveva 2 miliardi di dollari australiani in liquidi e 5 miliardi sempre di dollari australiani in asset. Anche se poi successivamente Joyce, riporta il giornalista sbandierava il rischio di un default.
Ecco che non si capisce il perche’ al 26 giugno erano circa 400 milioni di dollari australiani il valore dei biglietti non ancora rimborsati a soggetti australiani, non sono indicati quelli di clienti stranieri di Qantas e quelli in totali di Jetstar. Giovedi scorso alla conferenza stampa il valore ancora da rimborsare era di 370 milioni di dollari australiani, sempre senza contare i clienti esteri e tutti quelli di Jetstar nazionali ed esteri. Alla richiesta di AFR di conoscere l’esatto importo globale, la compagnia aerea si e’ rifiutata di fornirlo.
A questo punto il giornalista considera che il valore del debito e’ superiore a mezzo miliardo di dollari australiani e perche’ solo 30 milioni di dollari australiani sono stati ripagati in due mesi, da quando Qantas ha detto che e’ facile richiederli indietro. Joyce dice di chiederli e in tre minuti li riavrete. Ma perche’ non e’ stato fatto in automatico su carte di credito, per mezzo di assegno, oppure all’indirizzo o tramite l’anagrafe fiscale. Sembra che il 38% delle somme siano superiori ai 500 dollari.
Ci riuscira’ Qantas a rimborsare tutti nel termine di fine anno? Mancano ancora 126 giorni e poi puo’ legalmente non piu’ rimborsarli, cosi scrive il giornalista e per il prossimo bilancio secondo la legge australiana saranno una quota che da debito diventa un profitto. Pazzesco.
Nello stesso articolo, nel ripercorrere gli ultimi tre anni di operato di Joyce a 10 milioni di dollari australiani all’anno lui agitava giovedi scorso lo spettro che concedendo a Qatar Airways l’autorizzazione per altri 28 voli settimanali verso l’Australia potrebbero distorcere il mercato. E’ noto che il valore del dollaro australiano e’ debole e mantenere questo stato di condizione del mercato favorisce Qantas nel mantenere tariffe alte e quindi produrre utili forti senza l’assillo della concorrenza di vettori molto aggressivi in termini di pricing.
L’articolo e’ molto interessante su altri fatti riguardanti Joyce. Lo trovate a questo link: