L’aviation business secondo l’opinione di Sir Tim Clark – CEO Emirates

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Nonostante, i suoi oltre 51 anni di esperienza nel mondo dell’aviazione commerciale Sir Tim Clark, l’attuale CEO di Emirates, mostra tuttora lo spirito intraprendente degli albori della sua carriera quando da giovane la iniziò con British Caledonian. Tra il serio e il gioviale scherzo mostra una lucidità assoluta. E’ ancora di quella generazione di airline drivers, che oramai si e’ ridotta al lumicino, lasciando il posto a lawyers and bankers, come qualcuno diceva da almeno due decenni.

Sir Tim Clark, non lascia che alcun dettaglio non venga adeguatamente valutato, perchè potrebbe tradursi in un colpo da maestro, oppure diventare un boomerang talmente nocivo, da creare in seguito problemi seri.

Un esempio? Un paio di settimane a Dubai durante l’Airshow spiegò, perchè l’Airbus 350-1000 non era un buon affare per Emirates. Il problema è il suo motore, il Rolls Royce Trent XWB-97. La cifra 97 sta per la sua spinta e cioè 97 mila libbre. Secondo Clark, l’ambiente desertico presenterebbe insidie tali, che il vettore non potrebbe ottenere un’efficienza ottimale. Il vettore cerca aerei con motori che debbano essere rimossi dopo almeno 2500 cicli, non prima, perche’ diventa non conveniente. Oggi per Clark non si arriva più a valori di 6/8 anni , prima che vengano rimossi dall’aereo. Bensì, si è scesi a 2/3 anni. Questa ultima condizione é difficile da accettare. Per questo, una possibile commessa da 50 A350-1000 è andata in fumo. Al suo posto, ha ordinato altri 15 A350-900 portando l’ordine a 65. Invece, ha incrementato gli ordini per i B777X fino a 205, dai 130 precedenti e da 30 a 35 per i B787.

L’aviazione commerciale, è totalmente cambiata dal 1972 fino ad arrivare a quest’oggi. Ma come e’ mutata , qualche settimana fà Tim Clark ne ha parlato estensivamente nel contesto di un evento a Monte Carlo all’APG World Connect 2023.

L’Emirates di oggi dopo la pandemia 

Sir Tim Clark, vede una situazione a macchia di leopardo, tra l’attuale stato del mercato post pandemia e quelle che sono le prospettive future alquanto incerte, create dai costruttori di aerei con i loro ritardi.

Infatti, se da un lato il mercato e’ fortemente ripreso con molta domanda richiesta da quasi tutti i mercati. Questo, e’ un inaspettato andamento, visto che le previsioni per gli attuali volumi erano per alcuni anni a venire. Cio’, ha portato ad una crescita dei prezzi e quindi ottimi risultati finanziari assolutamente inaspettati. 

Questa condizione, ha portato a studiare nuovi prodotti per un mercato, che chiede sempre un cambiamento e l’innovazione.

Invece, Emirates come altri vettori, si e’ dovuta scontrare con i ritardi causati dai costruttori di aerei, sia per la consegna di aerei nuovi, che la fornitura di parti per i retrofit degli A380 e dei B777 portati allo standard Gamechanger. Nonchè alle parti di ricambio, che nel loro processo di manutenzione, riparazione, revisione sono più lente a ritornare al cliente pronte all’uso e impiegabili.

Come cambierà la distribuzione

Sir Tim Clark, ha indicato che in questi anni di assisterà ad uno spostamento sempre più importante della distribuzione dall’attuale GDS all’NDC. Invece la missione Emirates, sarà nei prossimi anni di arrivare con una quota del 60% sul segmento B2C, cioè a vendita diretta verso i consumer. Oltre a fatturare il 20% del globale con i servizi ancillari, che siano verso prodotti connessi con il volo, oppure di altra natura non correlata.

La filosofia raccontata da Sit Tim Clark , e’ che Emirates dovrà offrire tantissime opportunità al passeggero, che vuole acquistare nuovi servizi e rimanere sul mercato offrendo ciò che in realtà il cliente vuole. In termini semplici, e’ di trovare la via di incassare il più possibile, seguendo le desiderate e tendenze che chiedono i clienti.

Come e’ cambiato il business model di Emirates

Non e’ in realtà mai cambiato, lo dice Sir Tim Clark a John Melchior. Il progetto di Emirates e’ del 1985 e così e’ cresciuto attorno al suo hub di Dubai. Emirates, non fa parte di alcuna alleanza globale. Clark dice a riguardo “non lo siamo mai stati anche quando i vettori da Europa e Australia/Nuova Zelanda dicevano che il futuro erano le alleanze”. 

Come pure, chi ha voluto copiare sia la struttura dell’hub di Dubai e portarlo in altri luoghi, anche vicini. A seguire, quello che c’era a bordo degli aerei vedi l’A380 dove la Emirates offriva per prima le suites e la doccia in First Class. Quindi, anche altri hanno offerto prodotti simili se non piu’ esclusivi, con il successivo problema di chi comprasse quella proposta. Emirates ha sempre puntato, oltre che al servizio di bordo, anche sulle proprie business lounge a terra. Il futuro secondo Clark non sara’ un problema, perchè ci saranno sempre più persone in questo pianeta, che vorranno volare e forse sempre di più. Quindi, tutte queste persone sono potenziali viaggiatori da dover catturare e da portare a bordo.

Quali insegnamenti sono venuti dal Covid-19

Sir Tim Clark, indica nell’organizzazione dell’azienda, la valutazione dei rischi e la gestione della crisi; questi sono i punti principali che hanno permesso ad Emirates di uscire dalle secche della crisi pandemica. In particolare, con la gestione in tempo reale dei cambiamebti normativi dei singoli governi , che avvenivano anche più volte al giorno per ognuno. Poi, l’adeguamento dell’azienda come disponibilità della flotta, degli equipaggi, per le necessità, che provenivano dal mercato adeguandosi nel giusto mix e pensando a come si sarebbe evoluta la domanda futura. 

“Questo e’ stato fatto in tempo reale e anticipando i tempi parlando con gli aeroporti” dice Clark raccontando quando parlò con chi gestiva Londra Heathrow nel tardo 2020 e sottoponendogli il problema del boom del traffico – che a dire di Clark – sarebbe venuto a breve. La controparte gli disse che ciò sarebbe avvenuto nel 2026 o 2027. Fù poco dopo tremendamente smentito dalle inadeguatezze mostrate nella gestione aeroportuale a corto di staff. Il tutto a causa di una errata pianificazione.

Quale sarà la Emirates di domani, nonostante i ritardi nell’arrivo degli aerei

Su questo argomento Sir Tim Clark, invita a guardare al passato e quindi il presente per vedere come avverrà la trasformazione del vettore. Con il senno di poi, oggi si pensa già ai prossimi vent’anni sugli aerei, il servizio in volo, quello a terra e tutto il resto.

Noi speriamo, che venga decisa la realizzazione di un nuovo aeroporto a Dubai, che potrà dare più capacità e quindi espansione per Emirates. Ma pure per nuove opportunità, molte di più per i passeggeri di domani. “Pensate che rispetto al passato per come avveniva l’immigrazione al JFK. Invece,,l domani grazie all’intelligenza artificiale e alla digitalizzazione come potrà cambiare tutto il procedimento con l’eliminazione delle code. Quindi, il taglio dei tempi e lasciarne di piu’ ai passeggeri che entreranno in un terminal spettacolare, bellissimo e favoloso. In questo contenitore troveranno un gigantesco shopping mall e  tanti ristoranti,  dove dopo saremo ben felici di lasciarvi con le tasche vuote”

Poi continua “Oltre a questo voglio credere che viaggiare in futuro sarà più facile grazie alle tecnologie a disposizione”.

Noi sappiamo già come sarà la nostra flotta del futuro per i prossimi 20/30 anni. “Sfortunatamente l’A380 non avrà una vita lunga, ho chiesto ai miei amici di Airbus un nuovo prodotto che consumasse il 30% in meno, ma non sono nell’idea di farlo”. Ecco, quindi che a Dubai, due settimane dopo è stato piazzato l’ordine ulteriore per i B777X. Anche se l’A380 rimarrà in flotta fino a buona parte del prossimo decennio con l’aggiornamento in corso tra ora ed i prossimi anni.

I ritardi delle consegne degli aerei 

E’ un capitolo quello dei ritardi, che Tim Clark, lui associa a problematiche in parte generate dal Covid-19, ma per la stragrande maggioranza, elencando i ritardi sui B787 e altro dai costruttori e la supply chain. Poi, facendo menzione dei motori Pratt&Whitney su A320neo family, lui attribuisce a carenze generate dai management delle ditte poco attente alla qualità nei processi di progettazione e costruzione.

Clark, dice che lui si aspetterebbe da queste ditte di ricevere aerei efficienti nei tempi previsti dai contratti. Oltre, a motori che funzionino a dovere e rispettino i dati di progetto e non che si guastino prima del previsto e che la loro vita funzionale sia quella prevista. Quindi, non trovare difformitá di qualità, che impongano invece di avere squadre di tecnici, che controllino le lavorazioni all’atto della realizzazione a Charleston negli USA, oppure a Tolosa in Francia.

Cosa lo spinge dopo 51 anni a continuare

Clark cosi’ risponde al moderatore “semplicemente la passione per l’aviazione”. Poi , continua elencando cio’ che fa cambiare questo mercato e cioè l’innovazione. Elenca quindi vari modelli , partendo dal commerciale come vendite e sistemi di vendita, gli aerei , gli aeroporti, le tecnologie per semplificare, l’intermodalità tra scali e sistemi di trasporto terrestre. Poi , aggiunge che i suoi collaboratori sono preziosi in tanti aspetti e che permettono, che la sua mente sia spigliata e al passo con i tempi. Tanto e’ grazie a loro, per lo  spirito di lavorare governando e facendosi aiutare dalle tecnologie per seguire e sviluppare quell’innovazione che serve ad Emirates. In particolare, per continuare a mantenere il suo ruolo chiave di leader sul mercato e sui tanti mercati del mondo dove e’ presente. Sul presente e futuro, crede che l’intelligenza artificiale possa essere un driver importante per il domani. Pensa questo, perche’ ci sono tante persone che vogliono viaggiare. L’intelligenza artificiale , puo’ lavorare anche sui costi, perche’ e’ una tecnologia a basso costo. Quindi, c’e’ la possibilita’ di consegnare un qualcosa allo stato dell’arte, per rimanere al passo con quello che domanda il mercato di oggi e domani. Il paragone lo fece con le due opportunita’ di prezzo di due prodotti di colazione, che trovo’ nell’albergo dove alloggiava.

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