
Le varie liti avute tra aggregatori online e Ryanair hanno prodotto il fatto che dall’inizio di dicembre i voli del vettore irlandese sono scomparsi dalle piattaforme come Booking.com, Kiwi, Kayak ed etc, si legge nell’articolo di Leonard Berberi su Corriere.it consultabile al link:
Insomma a questo punto chi ci guadagnera’? Le piattaforme oppure Ryanair?
Nell’immediato la mossa degli aggregatori ha prodotto un calo di load factor al vettore irlandese di uno o due punti percentuali. Questo valore lo abbiamo letto nei dati di traffico qualche pubblicati dal vettore irlandese ad inizio mese.
Ma alla fine il vettore ci perdera’ nel lungo andare oppure ci sara’ un’inversione di tendenza? Certamente quel cliente lowcost cerchera’ di comprare sul sito del vettore irlandese. Questo effetto negativo potrebbe durare per ancora poco tempo ancora. Poi il cliente cerchera’ di comprare direttamente sul sito irlandese. E’ quello che poi vuole che accada Ryanair, cioe’ la migrazione completa sul suo sistema di vendita. Il grosso delle vendite del vettore irlandese e’ infatti gia’ diretto tranne una piccolissima percentuale. Questo cambio e’ quello che vuole Ryanair andando sulla falsariga del suo mito di riferimento e cioe’ negli USA la Southwest Airlines. Ovvero tutte le vendite solo effettuabili sul proprio sito.
Cio’ che ha perso Ryanair in termini di fatturato in dicembre 2023 e’ irrisorio, forse qualche decina di milioni di € e che continuera’ anche tra questo mese ed il prossimo. Ma alla fine il tutto impattera’ leggermente su un utile stimato attorno ai 2 miliardi di € a fine marzo 2024. Nel 2025 sono previsti 2,33 miliardi di € e 2,48 miliardi di € nel 2026. Oppure forse di piu’ , visto che sui numeri la Ryanair ci ha gia’ abituato ad exploit di questo tipo.