
Scott Kirby – CEO United – che da tempo ha dei grattacapi con la flotta visti i ritardi sulla certificazione dei Boeing 737-10, che ordino’ in 277 esemplari, ora ha deciso che l’ordine non sia messo in pausa, ma che optera’ per ricevere i gia’ certificati B737-9, fino a che il nuovo aereo non si rendera’ disponibile da parte del costruttore americano.
La notizia si legge su The Business Times al link:
Infatti stamani abbiamo anche pubblicato che a misura comprnsativa a breve United acquisira’ in leasing almeno tre dozzine di Airbus 321nro dai lessor tramite gli order book di questi soggetti finaziari, vista l’impossibilita’ di riceverne dal costruttore oberato di ordini fino ad almeno il 2030.
Kirby ha detto a riguardo ” e’ ora impossibile conoscere quando verra’ certificato il B737-10″. Di qui’ la soluzione per come proseguire l’ammodernamento e l’efficentamento della flotta mediante asrei che consumano circa il 20% in meno e che quindi produrranno piu’ utili anche se la United con i Boeing 737-10 avrebbe avuto piu’ posti del B737-9. Insomma cone si dice in gergo vale il detto ” a mali rimedi, estremi rimedi”.
Il B737-10 sarebbe stato il sostituto dei Boeing 757/200, i quali continuano il loro servizio. Infatti il B737-10 sarebbe stato configurato con due lay-out come e’ classico per i grossi ordini da parte dei grandi vettori. Infatti ci sarebbe nel programma United una versione premium con 22 posti lie flat chiamato herringbone seats in un lay out 2-2, ma una parte dei posti in senso di volo e l’altra aliquota al contrario. Questa versione era prevista per Hawaii e Sud America. Poi quella domestica. 50 gli aerei premium e i restanti per quella domestic.
L’ordine ricordiamolo e’ per 277 aerei piu’ 200 opzioni.
All’inizio dell’anno la United ha iniziato a mostrare la sua insofferenza su una questione che si trascina dal 2020, data nella quale si stimava l’entrata in servizio. Poi tra Covid-19, il post Covid-19 e altre cose siamo arrivati al 2024 senza che l’aereo fosse stato certificato con i nodi che pero’ ora arrivano al pettine con i guai di Boeing in particolare non solo per gli aspetti certificativi, ma dopo tutte le rogne scoperte negli ultimi mesi tra problei”mi tecnici e di qualita’ nel suo processo produttivo, incluso quello del subfornitore principale Spirit Aerosystem.
La United allo stesso tempo e’ nel “cul de sac”, perche’ se da un lato ha in Boeing un soggetto da tempo inadempiente con i ritardi assommati nella consegna del prodotto ordinato e quindi e’ normale assoggettargli le penali secondo i limiti previsti dal contratto . Dall’altro lato la stessa United ha il problema che se risolvesse il contratto va a perdere le anticipazioni che contrattualmente sono previste nei termini che sono stati definiti nello stesso contratto. Insomma una situazione non di poco conto e alquanto problematiche, perche’ a perderci e’ comunque il vettore che non riesce a:
- aggiornare la flotta
- ottenerne dei benefici dall’ammodernamento
- rimetterci dei soldi
- pagare di piu’ se sceglie aerei alternativi da acquisire in leasing
- non sviluppare il network
- non offrire un nuovo prodotto
- non poter competere ad armi pari sul mercato contro i diversi competitors.
Insomma per un grosso vettore che poneva nel velivolo la via di aggredire il mercato e ingrandirsi, si ritrova a doverci mettere delle pezze nel puano per uscire dalle secche di questo impiccio creato da altri.
Tra l’altro la beffa e’ che esiste almeno un esemplare del B737-10 con i colori United, gia’ pronto per la consegna, ma che di fatto in mancanza del certificato FAA non e’ impiegabile. E’ quello nella foto.