
L’articolo della domenica mattina, quello che si legge ben volentieri in poltrona dopo il risveglio con una tazza di caffé, oggi Leonard Berberi svela in esclusiva su Corriere.it , tutti i retroscena dell’affare ITA Airways / Lufthansa. Ma c’é un qualcosa di condizionale, cioé che per alcune sue fonti la situazione non si puo’ dare oggi per conclusa, perché fino alla completa siglatura del closing, il possibile “partito” di chi é contro all’accordo potrebbe far saltare tutto.
Molti sono i capitoli, talvolta leggendosi il concatenarsi e susseguirsi degli accadimenti, il tutto si potrebbe accostare ad un romanzo di una spy story. Molto é contorto e si é reao un ginepraio, perché non si é agito solo sugli eventi, ma pure sui documenti contrattuali emendandoli e poi approvandoli da ambo le parti con piema soddisfazione.
L’articolo mette innluce quello che é stato il bel lavoro condotto dal titolare del dicastero del MEF Giancarlo Giorgetti che ha saputo ricucire e portare a casa il tisultato in una situazione che il 4 novembre scorso sembrata scivolar di mano e aver portato l’affare a saltare e sbriciolarsi. Oppure far cadere tutto il castello di carte ancora in bilico per la mancata approvazione da parte della Commissione UE sulla concorrenza, la quale attendeva i remedy composti dai vontratti e dalla congiunta firma della documentazione da inviare a Bruxelles.
Invece l’abilità di Giorgetti, insieme al DG Sala e l’aver ricucito velocemente i rapporti con i vertici rigidi di Lufthansa ha evitato che “l’affare andasse a carte 48”.
Ora serve concludere il tutto. Cioé portare a compimento il closing. Non a caso a metá esatta di questa settimana uno dei due soggetti counvolti nei remedy taker divulgherà alla stampa il suo piano che andrà in vigore dalla prossima estate. Senza l’approvazione di Bruxelles tutto non avrebbe potuto avere luogo. Ovviamente, a prescindere dal fatto che prima serviva l’accordo definitivo tra le due parti per inviare il piano richiesto dalla UE, il que doveva aver risolto anche qualche problemuccio che stava per far generare il salto nel vuoto per l’affare. C’erano questioni di interpretazione amministrativa perché l’ufficio legale dell’aerolinea tedesca aveva posto in evidenza tre eccezioni da chiarire. Cone pure una questione di valutazione economica da attualizzare sul fatto del valore di certi asset, i quali rispetto al primo accordo, varie condizioni migliorative accadute a seguire potevano portare ad una valorizzazione inferiore. Con il rischio che impattasse anche su quello che sarebbe stato il valore finale del vettore e che Lufthansa avrebbe riconosciuto in futuro con un numero diverso, rispetto a quanto si erano accordati.