
DHL e’ un qualcosa di complesso che abbiamo cercato di capire grazie alle risposte alle nostre domande che ci ha dato Nazzarena Franco – AD DHL Express Italia.
Il general cargo e’ diverso dal courier ci spieghi il perché?
Il general cargo si focalizza su tempistiche che sono molto diverse e innanzitutto delle dimensioni di trasporto che sono diverse. Quindi tempi , dimensioni e peso piu’ grandi. Queste sono le tre cose che differenziano dal courier
Il courier, io dico sempre che noi vediamo un tempo più che un servizio di trasporto, un tempo definito in cui noi dobbiamo consegnare la merce a disposizione.Ovviamente per garantire questa tempistica i volumi e i pesi della merce che trasportiamo sono piu’ ridotti.
Per fare un esempio noi non trasportiamo le macchine intere, che sono general cargo. Invece trasportiamo tanta ricambistica e tanta componentistica visto che siamo a Bologna del settore automotive.
Il courier come sta andando nel mondo?
I courier nel mondo , i players sono un numero limitato. La nostra footprint vede una presenza in tutto il mondo. Io dico cge c’e’ un momento di stabilizzazione per la componente B2, cioé tutto l’ecommerce, che negli ultimi anni aveva avuto uno sviluppo molto importante e che dal 2023 si é un po’ stabilizzato. Quindi non cresciamo a doppia cifra su questa componente, come si era fatto negli ultimi tempi. E’ strutturale di mercato e noi lo vediamo un pò dappertutto.
Ovviamente il core del nostro prodotto non é l’ecommerce. Il core del nostro prodotto, su questo l’Italia recita una parte molto importante sullo scacchiere mondiale e’ B2B. Quindi business to business, un fattore chiave fatto da molte aziende italiane che hanno una vocazione all’export. Pertanto la ricambistica, la componentistica, il rifornimento del fashion, l’hitech, il microchip, il medicale, tutto questo è il nostro core. Questo é uno zoccolo duro che ha tanta stabilità. Nel post Covid si e’ sviluppato l’ecommerce tra il 2021 ed il 2023, dove all’inizio abbiamo visto crescite stratosferiche e invece ora ha un ruolo ordinario di quello che facciamo. Una differenza che vorrei enfatizzare sono le varie lane, cioé i flussi che intercettiamo sulle varie linee di traffico: Europa verso Asia-Pacifico, Europa verso West America. Il tutto viceversa. Poi abbiamo l’Africa e il Middle East, abbiamo anche la parte EMEA e ci mettiamo dentro anche l’Australia.
Il mercato ha avuto trend diversi, sopratutto l’anno scorso. Qui abbiamo un mercato intraeuropeo molto importante, ma ad esempio un Asia-Pacific rallentato l’anno scorso, che poi si e’ ripresa l’anno dopo. Invece l’America che ha tirato di più ora é invece é in attesa. Non dico ferma, ma come se fosse in attesa.
Se l’Italia va bene, invece gli altri paesi europei?
Diciano che ad esempio la Germania non é in contrazione, ma é stabile ed e’ la locomotiva d’Europa e ne risentiamo anche noi. Se la Germania produce, noi di riflesso ne benficiamo. Pero’ in via generale non ci preoccupa. Chi invece ha perso é il UK. Vediamo i primi segni di Brexit assolutamente.
Dove viene colpita, verso l’Europa?
Si tra UK e Europa, ma anche verso US. C’e’ un effetto oltre che di Brexit, anche il sistema doganale che non é fluido, oltre al fatto di avere un mercato onlinesviluppato che ha subito contrazioni per l’effetto Brexit.
L’Italia?
L’Italia tine e veniamo da anni dove abbiamo macinato record anno dopo anno nel dopo pandemia. Noi siamo una delle country al mondo che e’ cresciuta di piu’. Nell’ultimo anno non vediamo un arretramenti rispetto all’anno scorso, ma non la crescita impirtante che avevamo avuto negli altri anni. Nelle difficoltà la Germania che non ha tirato come qualche anno fà. UK rallentati sopratutto nella parte B2C, sta riprendendo tanto la parte Asia Pacific sia in import, che export.
Gli USA Per noi sono una garanzia perché sono un mercato di sbocco per diverse tipologie merceologiche. In particolare il Made In Italy, che e’ un riconoscimento sulla tipologia di merce prodotta e gradita da quel mercato. Come lane piu’ importante in uscita per l’Italia e’ gli USA e quella in entrata e’ la Cina. Non dico nulla di nuovo perche’ noi operiamo e spediamo in 220 nazioni e le Nazioni Unite ne riconoscono 206. Ho dimenticato la Russia…
Ci dica?
Per noi era un mercato importante di sbocco. Noi il primo anno lo abbiamo digerito e poi abbiamo sviluppato tanto altro. Il mercato russo era una destinazoone importante dall’Italia per il mercato fashion.
Negli otto scali aerei che servite ci sono differenze tra inbound e outbound?
No, devo dire che io sono fortunata perche’ tutti hanno una prevalenza di merce outbound, cioe’ e’ una caratteristica del mercato italiano. In termini percentuali sono un 65% di outbound ed il resto e’ inbound.Posso dire che l’Emilia Romagna come Lombardia e Veneto sono territori di industria manifatturiera vocati quindi all’export. Anche gli altri come Toscana da Pisa, Marche da Ancona e Napoli per la Campania hanno forti percentuali in out e quibdi questo ci garantisce stabilita’ e ci permette di investire negli aeroporti. Ovviamente chriamo anche il mercato in incoming. Quindi noi serviamo i nostri
clienti, ma anche il network. Vedi i clienti del midde east che devono spedire in Italia. Noi lo facciano per loro come network perche’ fa parte dele nostre attivita’.
Quali sono i numeri dall’Italia?
Non parlo di volumi di tonnellaggio, ma per spedizioni che e’ il nostro indice e cioe’ all’incirca 200mila spedizioni al giorno dall’Italia. Quindi operiamo cinque giorni a settimana fanno un milione e poi si va su 50 settimane all’anno.
Quali in questo contesto sono i numeri dell’hub di Malpensa tra produzione Lombardia e transiti da Italia o estero?
Allora sulle 200mila spedizioni giornaliere, tra 100mila e 120mila sono da Malpensa e il 70% origina da altri scali italiani cone Ancona, Napoli, Pisa, Bologna, Venezia e quindi prosegue. Non solo prosecuzioni su voli europei, ma pure sul mondo vedi con i voli diretti per New York, Hong Kong e altro.