
Nella tarda mattinata di ieri a Bologna presso il Museo della Memoria di Ustica , abbiamo assistito su invito ricevuto dall’Associazione Noi dell’Itavia alla toccante visita di un gruppo di ex dipendenti a ciò che rimane del McDonnel-Douglas DC9-15 I-TIGI.
Il mazzo di fiori e il saluto da vicino di Fabiomassimo Mannucci

Più volte l’Associazione Noi dell’Itavia ha visitato questo luogo molto significativo per chi ha lavorato per questa importante compagnia aerea privata italiana. Itavia era fino al 1980 la più grande in Italia , dopo il Gruppo Alitalia. Questa volta, il desiderio e’ stato per Fabiomassimo Mannucci di saluarlo e toccarlo. Un importante ricordo per chi questi aerei li ha vissuti per lunghi anni, contribuendo alla possibilità di operare non solo dal lato volo, ma anche come manutenzione alla loro efficienza. Porgergli un saluto, un pianto di commozione, una carezza ad un “caro amico” e lasciare un mazzo di fiori e’ stato significativamente importante. Nelle tre foto si vedono oltre a Mannucci anche il Com.te Carlo Ghiselli. Un ringraziamento va anche alla Sen. Daria Bonfietti. Oltre agli infaticabili Gabriele Ricci e Claudio Fiume.
Lo spirito tuttora vivo di chi ha lavorato in Itavia

A quasi 45 anni dalla cessazione dei voli, avvenuta il 10 dicembre 1980, lo spirito di chi e’ appartenuto a questo vettore che ha volato in lungo ed in largo sull’Italia e verso destinazioni europee e del nord Africa é tuttora vivo.
Il Museo della Memoria di Ustica

Il DC9-15 Itavia I-TIGI é contenuto in un’area, dove in passato venivano riparate le vetture tranviarie in servizio nella città di Bologna nell’ex deposito della Zucca. L’orario di apertura e’ su quattro giorni alla settimana:
Giovedi e Venerdi 09:30-13:00
Sabato e Domenica 10:00-18:00
Luned, martedì, mercoledì e’ chiuso.
L’ingresso e’ libero. Oltre ai resti del velivolo c’e’ una stanza dove sono trasmessi dei filmati audiovisivi. Il velivolo abbastanza intatto fu recuperato negli anni successivi al fatto accaduto il 27 giugno 1980 dal fondo del Mar Tirreno ad oltre 3000 metri di profondità.
A seguire varie foto dell’aereo.












