Traffico low cost e budget, definito di basso apporto, ma alla fine i numeri di volumi crescono ed i conti sono a posto. Questo è Bergamo, aeroporto che ha saputo sfruttare negli anni l’innovazione di diventare la porta alternativa di Milano, saper usare una posizione geografica interessante a livello di connettività via superficie per la presenza della A4 esattamente a fianco. Esaltato per il fatto che gli stranieri con i voli a basso costo venivano a fare shopping all’Orio Center, costruito di fronte. Al l’opposto invece è’ vero che ha un tessuto locale ricco che va da Milano a Brescia. Di qui il gioco è’ fatto, senza né se è senza ma, Bergamo diventa da un aeroporto di basso profilo negli anni 80, si allarga, segue una strategia commerciale improntandosi con una tipologia di voli nuova definita per chi ha le tasche vuote, quando poi molte valigette per spostarsi negli angoli d’Europa nei numeri inizieranno a sceglierlo. Ma pure poi sul turistico per mezzo dei low cost e sopratutto dei charter vacanza che in maniera crescente lo prediligono a Malpensa per la sua mentalità di approccio Uber friendly. Di qui il successo è’ arrivato, cresciuto, senza mai togliere un occhio, anzi tutte e due verso l’aspetto dei ricavi. Investire si, ma sostenibilmente. Bergamo e’ diventato il case da seguire. Bergamo con il suo milione di passeggeri al mese e’ alla ribalta delle cronache turistiche e non. Un milione al mese prodotti negli due mesi di fila, dieci milioni sicuri entro fine 2015. La possibile fusione con SEA vista bene da ora da loro, quando per lungo tempo, sebbene partecipato, era comunque visto come l’aeroporto povero, quello dove chi voleva poco spendere partiva e volava via. Fino a qualche tempo fa non aveva insomma prestigio. Era guardato dall’alto verso il basso. Con un po’ di presunzione, questa era la tracciatura. Piccolo allora, grande oggi, ma sempre bello, aggiornato nel terminal per le nuove necessità, sobrio ed elegante per i suoi negozi. Bergamo vive bene questo momento, perché ogni minuto e’ ritenuto importante nel contesto della sua gestione. Di qui anche sul numero di chi ci lavora e’ sicuramente meno numerico e disperso di altri, bilanciato senza sprechi, le risorse umane che servono e non in eccesso, da questo ne arrivano i numeri che rinfrancano e sebbene sia praticamente dai volumi possa essere Ryanair dipendente o DHL dipendente, le altre hanno volumi marginali, Orio continua ad essere un qualcosa che non si fa rimarcare per sprechi, errori, sbagli nella programmazione gestionale. Un successo a tutto tondo, quello che si vede. Forse con qualche centinaio di metri in più di pista potrebbe togliersi qualche sassolino dalla scarpa e mostrare tra i suoi clienti qualche compagnia di rango. Ma i successi li continua a produrre e ciò gli da ragione nell’essere riconoscibile come un gioiellino.