Malpensa sacrifica la terza pista

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Malpensa rinuncia ai sogni della terza pista perchè fino al 2030 potrà crescere anche con quello che ha ora.
Il nuovo masterplan revisionato dal Presidente Modiano porta al fatto che dei 330 ettari originariamente previsti si arriverà solo ad utilizzarne 60. Più di 5 volte in meno.
Ci saranno nuove taxiways che miglioreranno la circolazione aumentando i movimenti orari da 69 a 78, non più a 108 quelli previsti con la terza pista.
Le modifiche le si vedrà nella zona sud ovest dove vi sarà un utilizzo di un area boschiva vicina alla SP14 che sarà modificata per fare spazio all’espansione dell’area cargo.
Il vecchio masterplan presentato nel 2013 che prevedeva la teza pista è stato cassato nel 2014 per mutate condizioni generali di mercato. Malpensa aveva perso molto della strategicità che aveva e quindi anche quella fetta di collegamenti che gli permettevano di crescere. Oggi il problema di molte aerolinee è che all’arrivo a Malpensa non trovano prosecuzioni per aeroporti nazionali premium come Bologna, Firenze e Venezia. Di quì la perdita di appeal.
Qualcosa però è cambiato ed ha quindi spinto Modiano ed il suo management a modificare il piano e proporne un altro, con la discussione partecipata dei territori, verso una Malpensa che abbia quello che necessità per i nuovi scenari futuri. «Non è una rinuncia nel nome di una nuova sensibilità ambientale, quella c’è sempre stata e non è mai venuta meno. È invece la soluzione corretta sul profilo degli investimenti e degli obbiettivi di efficenza, nel nuovo scenario di traffico e di organizzazione. La rinuncia a medio termine alla terza pista non appaia il segno della rassegnazione: siamo tutt’altro che rassegnati. Eravamo preoccupati di un declino irreversibile, ci siamo ulteriormente preoccupati per il decreto Lupi, ma oggi ci sono segnali diversi e che inducono ottimismo, di fronte a numeri e investimenti che le compagnie stanno facendo».
Il futuro di Malpensa vede per il 2030 un valore di movimento fissato a 32,5 milioni di passeggeri, più basso rispetto a quei 49,5 milioni scritti sul vecchio masterplan che seguiva i numeri della presenza di alitalia a Malpensa e quindi non teneva conto del cambio di heading della compagnia aerea verso Roma e della crisi economica

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