Un aeroporto chiuso che nel breve potrebbe aprire, Cortina d’Ampezzo


#Italiavolanews

Uno dei principali #imprenditori della #MarcaTrevigiano ha messo gli occhi su #CortindAmpezzo, la Perla delle #Dolomiti.
È Bruno Zago, il suo sogno è quello di riaprire l’aeroporto di #Fiames, uno scalo attivo fino alla metà degli anni 70 con collegamenti aerei per le maggiori #città italiane con gli aerei di #Aeralpi.
Patron di un gruppo, la Pro-Gest che nel primo semestre del 2016 ha fatturato oltre 240 milioni di €, mica noccioline.
Il #Cortinairport che vorrebbe è’ uno scalo completamente rivisitato, pronto per le #Olimpiadi Invernali del 2021 che avranno sede proprio a Cortina d’Ampezzo.
Una scommessa che costerà non meno di dieci milioni di €, ma questo aeroporto non servirà solo per la kermesse sportiva, ma anche per fare affluire durante l’anno facoltosi e turisti dall’Italia e dall’estero anche con aeromobile non esclusivamente #businessJet.
Infatti gli attuali mille metri scarsi diventeranno 1490 più le fasce di sicurezza di 100 metri a fine pista ed i 60 delle zone di arresto. Il tutto nel rispetto ed in armonia con le normative vigenti.
La #pista passerà dai 20 ai 30 metri di larghezza. Verrà anche ruotata di due gradi per meglio uniformarsi agli ostacoli della valle. Oltre alla pista, e’ prevista un #aerostazione, hangars e torre di controllo. Il terminal oltre all’area check in, imbarchi e arrivi, un bar / ristorante con terrazza esterna se sarà possibile aprirla, uno sportello bancario, VIP lounge, servizio di limousine e minibus, parco per animali domestici, centro religioso e locali espositivi.
Il cronoprogramma prevede:
2017: progettazione, autorizzazioni, realizzazione di base,
2018: affinamento operativo,
2019: elevazione ad aeroporto a standard commerciale,
2020: perfezionamento.
Insomma per il 2021 pronti ad assistere chi verrà per l’evento olimpionico.
Bruno Zago e’ affiancato da Fabrizio Carbonera, a #Milano e’ architetto e pilota che ha preparato già il dossier di 52 pagine consegnato già a Comune, Regione e dove anche con ENAC non sono stati incontrati ostacoli.
Il piano prevede tra i 5 e 7 voli al giorno per un movimento di 25000 passeggeri all’anno, con un occhio a quella clientela premium che fa decollare gli introiti di un qualcosa che Zago vuole ammortizzare in 5-7 anni.
Il progetto si indirizza infatti in quel segmento alto che non vuole aspettare e sopratutto vuole superare le difficoltà orografiche e di deficit dei sistemi viari di superficie, estenuanti per le frane, traffico ed insediamenti urbani.
I tempi si ridurrebbero drasticamente ai 25 minuti per arrivare a #Verona o #Venezia, 35 per #Milano, 90 da #Roma, #Parigi o #Monaco.
Già Zago ha interessi ad #Asiago dove il 48% del traffico e’ composto da svizzere, tedeschi ed austriaci. Dopo Asiago arriva quindi Fiames, ma non si disdegnerebbe un network di piccoli aeroporti chiaramente ad altissima redditività.
Nel piano di Zago c’è’ la salvaguardia dell’area boschiva e delle piste ciclabili o per sci di fondo attualmente esistenti. Questo per chi non vedrebbe di buon occhio in ottica ambientalista la riapertura dello scalo.
Gherardo Manaigo – delegato al marketing vede nell’intermodalita’ con il Treno delle Dolomiti un altro tassello e non nasconde che dell’aeroporto ne ha parlato con il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ricevendone il via libera ad andare avanti, quindi un benestare politico alla cosa.
Nel passato Aeralpi collegava proprio Milano, #Bologna, Venezia con Pilatus PC6 e DHC6 TwinOtter. Ricreare quindi un network di voli di linea ed un movimento di business Jet o corporate provenienti dall’Italia e dall’estero come anche la Russia viste le presenze di danarosi russi nel periodo invernale e non, non è un idea da cestinare. anzi esperienze come Samedan, Innsbruck lo testimoniano su come si possano fare tanti soldi con un movimento molto selezionato di clienti di alta fascia. Un altro esempio è’ quanto guadagna #Olbia con il traffico Biz nei pochi mesi dell’estate.
Un imprenditore con le idee chiare, con l’esperienza maturata su un altro piccolo scalo e soprattutto con risorse finanziarie a disposizione. Spesso i capitali si trovano in Italia e non all’estero.

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