La stampa della Romagna da inizio settimana sta martellando con la questione dei voli che da Rimini atterreranno invece nel 2018 ad Ancona e Bologna. Una cosa fisiologica per il trasporto aereo, che però in certi ambienti viene vista come un furto, una slealtà, oppure uno scippo. La realtà è ben differente e lo dimostra anche l’intervista rilasciata al quotidiano Il Resto del Carlino – Rimini da Enrico Postacchini – Presidente di Aeroporto di Bologna SpA.
La dichiarazione di apertura è chiara “Non rubiamo voli al Fellini, è stata la compagnia aerea a farsi avanti”. Libero mercato, quello che fanno tutte le compagnie aeree in questo mondo. In certi ambiti invece vengono biecamente e ciecamente visti come sgarbi.
Quattro domande dove con precisione minuziosa, Enrico Postacchini risponde colpo su colpo al giornalista Manuel Spadazzi. Sebbene le domande cerchino la sensazionalità nel voler mettere in difficoltà l’interlocutore. Invece le risposte sono precise e senza via di scampo. Anzi, il giornalista sebbene scriva di trasporto aereo sull’aeroporto di Rimini da anni, denota una scarsa conoscenza delle tematiche del trasporto aereo e del travel trade.
Postacchini ha sottolineato che sia la compagnia aerea, nonchè i tour operators hanno cercato l’aeroporto di Bologna, giudicato con servizi e livelli qualitativi elevati. Ricordando che nel 2017 ha gestito 8,2 milioni di passeggeri, per mezzo di voli operati dalle maggiori compagnie europee e non. Aggiungendo che a Rimini la cosa era ben nota da tempo, tanto che’ il contratto tra le parti è stato già firmato da tempo. Una boutade oppure una messa in caciara quello che si vuole proprio dalla costa?
A domanda del giornalista su Ural Airlines, Postacchini risponde : “Si, ci hanno cercato, hanno valutato positivamente i nostri servizi”
Ennesimo affondo del giornalista sul fatto che da Rimini si accusa che certi aeroporti ricevano aiuti pubblici. Postacchini fermamente risponde che la società è partecipata per minoranza da soci pubblici, ma che dal 2004 non riceve soldi pubblici. Ribadendo che come #Rimini la società che guida il #Marconi è privata.
Terza domanda che ancora punge sul fatto di tentare di mettere in ginocchio l’aeroporto di Rimini. Invece Postacchini rimarca che Ural Airlines serve diversi scali in Italia e non solo Rimini, ma anche Verona: Normale quindi che un vettore cerchi di trovare nuovi mercati. Perlatro autorizzati dai nuovi bilaterali di traffico, notizia sfuggita al giornalista?
La quarta domanda è incentratta sulla possibilità di convivenza. Postacchini ribadisce che i mercati sono differenti tra i diversi scali, ma sono le compagnie che decidono su dove andare e dove operare. Non sono gli aeroporti quindi ad indicare dove andare, anche in una logica territoriale. Concetto che a tanti non è ben chiaro.
