
La loro casa era l’aeroporto di Tortoli/Arbatax, da la i due Fairchild Swearingen Metro 3 della Air Sardinia volavano verso il Continente. E’ stato l’aereo più grande che la flotta del piccolo vettore sardo ha potuto offrire alla clientela. Trasportava 18/19 persone. Uno più uno la sistemazione.
Il “matitone” o “flying pencil” erano i soprannomi usati in Italia e nel mondo. Un aereo molto veloce, un po’ claustrofobico, che con l’elica quadripala aveva affinato il suo comfort in volo. Una migliore vivibilità a bordo grazie al minor rumore generato dai propulsori.
Due aerei entrarono in flotta. Anche qui con le marche assegnate di circostanza I-ORIS, quindi riferito a “Oristano” e I-SASR , in questo caso a “Sassari”.
Tutti e due arrivarono nella primavera del 1990 ed entrarono in servizio in tempo per il flusso di vacanzieri estivi da trasportare ad Arbatax. Poi con l’autunno la compagnia aerea chiuse i battenti. Quindi scomparvero anche questi bimotori che avevano adottato la nuova accattivante livrea del vettore sardo. I colori della cheat line ricordano molto quelli di Alisarda. I quattro mori in coda, il simbolo della Sardegna in coda con poco prima una chiusura blu, che riempiva la fusoliera separando la striscia continua presente anche sulle catene dei motori.
La foto e’ di Lucio Alfieri.