DHL Global Connectedness Index: la globalizzazione dimostra la sua resilienza nonostante il progressivo disallineamento tra USA e Cina

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·         I flussi internazionali di commercio, capitali e informazioni sono più forti rispetto ai tempi pre-pandemici, mentre i flussi delle persone sono ancora in fase di ripresa

·         Nessun passaggio dal globale al regionale per i flussi commerciali

·         Nessuna prova inconfutabile della disintegrazione in blocchi dell’economia globale 

·         In 8 delle 11 aree esaminate, la quota dei flussi degli Stati Uniti che interessano la Cina è scesa, incluse le esportazioni e le importazioni di merce e flussi di capitali specifici

·         I Paesi Bassi restano il Paese più globalizzato al mondo, seguiti da Singapore e Belgio

DHL e la New York University Stern School of Business hanno pubblicato il nuovo DHL Global Connectedness Index 2022, un rapporto approfondito e unico sullo stato della globalizzazione e sulle sue prospettive per il futuro. Analizzando i dati di oltre 171 Paesi e regioni del mondo, ci rivela come le merci, le persone, i capitali e le informazioni circolano in giro per il mondo. 

Dal rapporto si evince che i flussi internazionali si sono dimostrati estremamente resilienti ai colpi di scena più recenti come la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina. Dopo un modesto crollo nel 2020, il DHL Global Connectedness Index è risalito ai livelli pre-pandemici nel 2021. I dati attuali suggeriscono un’ulteriore crescita nel 2022, nonostante una crescita più lenta di alcuni dei flussi. Il commercio internazionale di beni è aumentato e a metà 2022 ha superato del dieci percento i livelli pre-pandemici. Nel 2022 i viaggi internazionali sono rimasti inferiori ai livelli del 2019 ben del 37 percento, ma sono raddoppiati rispetto al 2021. 

“I dati dell’ultimo DHL Global Connectedness Index smentiscono nettamente la tesi secondo la quale la globalizzazione stia facendo un passo indietro”, afferma John Pearson, CEO di DHL Express. “La globalizzazione non è una moda del momento, ma piuttosto una grande forza che ha trasformato positivamente il mondo. Abbattendo le barriere, aprendo nuovi mercati e creando opportunità, ha permesso alle persone, alle aziende e a interi Paesi di crescere e prosperare in maniera inaudita. Continuando a beneficiare della globalizzazione, possiamo plasmare un futuro roseo del quale potremmo beneficiare tutti, un futuro che prevede un mondo più interconnesso, maggiore prosperità e pace come mai prima d’ora”.

Stati Uniti e Cina: una rivalità geopolitica che minaccia la connettività

Nel DHL Global Connectedness Index troviamo le prove del disallineamento tra USA e Cina in diversi campi. Dando uno sguardo a 11 tipologie di flussi di merci, capitali e persone (come le esportazioni commerciali, le transazioni M&A e le collaborazioni di ricerca scientifica), la quota dei flussi degli USA con la Cina è scesa in ben 8 delle 11 tipologie di flussi dal 2016. Nello stesso periodo, la quota dei flussi della Cina con gli USA è scesa in 7 delle 10 tipologie dei flussi i cui dati sono a nostra disposizione. Molte di queste tipologie hanno registrato un forte calo. Tuttavia, gli Stati Uniti e la Cina sono legati da flussi decisamente più grandi per essere due Paesi che non sono confinanti. Inoltre, i dati mostrano che al momento il disallineamento tra questi due Paesi non ha comportato una frammentazione più estesa dei flussi globali tra blocchi di Paesi rivali.

Non ci sono prove di una tendenza di regionalizzazione, la distanza media dei flussi internazionali è infatti cresciuta

Le analisi del DHL Global Connectedness Index dimostrano anche che la previsione di un passaggio dalla globalizzazione alla regionalizzazione non si è ancora realizzata, per lo meno finora. La distanza media attraversata dai flussi di merci, capitali, informazioni e persone è aumentata negli ultimi vent’anni e i flussi delle merci si sono persino estesi a distanze più grandi durante la pandemia di Covid-19. L’unica categoria dove è stato registrato un chiaro passaggio alla regionalizzazione è quella del flusso delle persone. Questo è dovuto alle grandi ripercussioni della pandemia di Covid-19 sulle tipologie di viaggio delle persone. 

“Ancora non possiamo dire con certezza se i modelli commerciali diventeranno nettamente più regionalizzati in futuro” afferma Steven Altman, Senior Research Scholar e Direttore della DHL Initiative on Globalization presso il Stern’s Center for the Future of Management della NYU. “Molte aziende e governi si stanno concentrando sul nearshoring per regionalizzare le supply chain e sicuramente anche la regionalizzazione ha i suoi importanti vantaggi commerciali. D’altro canto, più della metà delle operazioni commerciali avvengono già all’interno della stessa regione e i vantaggi di un commercio a largo raggio rimangono importanti, soprattutto ora che l’inflazione è alta, la crescita economica è rallentata e i prezzi di spedizione dei container si sono di nuovo abbassati”.

Ranking dei Paesi più connessi globalmente: alla vetta troviamo i Paesi Bassi 

Nel ranking dei Paesi del DHL Global Connectedness Index 2022, i Paesi Bassi si sono aggiudicati il titolo di Paese più connesso globalmente. Singapore, nel complesso, si piazza al secondo posto, eccetto per il volume dei flussi internazionali rispetto ai flussi domestici dove invece lo troviamo al primo posto. Il Regno Unito invece vanta la maggior parte dei flussi distribuiti a livello globale. Tra i 55 Paesi più connessi a livello globale troviamo Paesi di tutte le regioni del mondo.

Il DHL Global Connectedness Index

Pubblicato regolarmente dal 2011, il rinomato DHL Global Connectedness Index fornisce dati affidabili sulle tendenze della globalizzazione analizzando 13 tipologie di flussi internazionali di merci, persone, capitali e informazioni. L’edizione del 2022 si basa su oltre quattro milioni di punti di dati provenienti da 171 Paesi, considerando così il 99,7 percento del prodotto interno lordo mondiale e il 96 percento della popolazione. Per ciascuno dei 171 Paesi è stato scritto un profilo lungo una pagina in cui sono riassunti i modelli della globalizzazione di ciascun Paese. 

Il rapporto è commissionato da DHL e redatto da Steven A. Altman e Caroline R. Bastian della New York University Stern School of Business.

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