
Nei giorni scorsi il Sindaco di Bologna Matteo Lepore sull’onda dell’insoddisfazione per il rumore degli aerei in partenza e arrivo all’aeroporto di Bologna ha scritto al gestore aeroportuale , al MIMS, a ENAC e ENAV per chiedere la chiusura dello scalo dalle 23 alle 6 per tutelare la salute pubblica.
Se l’effetto politico e mediatico c’è’ stato, diversamente c’è’ stata immediatamente la presa di posizione dei sindacati confederali che si sono interposti a tutela dei lavoratori diretti e indiretti quantificati in almeno 400 unità. Oltre a tutte le ricadute economiche negative del caso con possibilità di contenziosi non proprio indifferenti.
Su questa scia , c’è’ stata la presa di posizione della Regione dove per bocca dell’Assessore ai Trasporti e Turismo si mostra preoccupato oltreche per il discorso occupazionale, ma pure sugli investimenti passati , attuali e futuri. Nonché sul piano dei cargo e dei vettori passeggeri dove vede anche del rischi della migrazione verso Milano o Bergamo dei voli. In quanto gli operatori non sono interessati a volare da Parma , Forli o Rimini.
Dalle parole si legge che il problema c’è’ , va in qualche modo risolto, ma senza creare problemi che potrebbero portare a danni economici molto importanti per una regione che sul traffico passeggeri e cargo e’ la linfa vitale per mantenere in moto una delle locomotive d’Italia. Questo in particolare in un momento dove l’alluvione in una parte di Emilia Romagna ha messo in ginocchio molti ambiti produttivi sia industriali, che agricoli. In tutto una congiuntura che la Regione in questo momento e’ in parte di grave difficoltà non si può permettere.