Le sfide del mercato per Air Tahiti Nui. Intervista al CEO Michel Monvoisin – seconda e ultima parte


Continua l’intervista al CEO di Air Tahiti Nui , Michel Monvoisin. La prima parte è stata pubblicata ieri e si può leggere a questo link:

Il volo sarà continuativo o stagionale?

Stagionale fino a aprile. Cosi per il 2024. Forse annuale nel 2025. Perché ci sono difficoltà.

Quali?

Il potere dello yen si é degradato, ma poi c’é il fattore che loro prenotano tre mesi prima della partenza e gli americani invece sei mesi prima di solito. Quindi non trovano posto, perché cercano le stesse strutture iconiche degli americani a Bora Bora, Raiatea, Huahine. Ma non é un problema solo nostro quello dello yen.

Ci dica?

Si, parlando anche con Hawaiian Air sul mercato tra il Giappone e Hawaii, c’é stato un forte calo a causa della svalutazione dello yen e del suo basso potere di acquisto. Oltre al fatto della forte inflazione su vari mercati, tra i quali quello giapponese. Speriamo per il 2025 che si riprenda.

Quanto hanno pesato i ritardi nella riapertura delle frontiere?

Tanto ed é stato troppo in ritardo il momento delle riaperture. Oltre al fatto che i continui sconsigli e avvisi hanno portato a una volontà di non viaggiare.

Causando poi problemi a voi?

Certamente, perchè nessuno manifestava intenzioni a farlo come necessità primaria.

Quanto é importante quel mercato?

Tanto, é stato molto importante nel passato perchè a loro piace la Polinesia e il Pacifico. Ma noi continuiamo a investire sul lungo termine, perchè crediamo che quel traffico prima o poi ritornerà.

Quindi pensate per il futuro?

Ovviamente, perchè i piani si fanno a lungo termine insieme ai nostri partner tour operator in particolare con i quali abbiamo rapporti di amicizia e collaborazione da lungo tempo.

Il Giappone significa viaggi di nozze. Com’é ora?

In passato lo era. Oggi é difficile a causa della inflazione e svalutazione della moneta, lo yen. Anche la situazione globale ha giocato contro.

In particolare?

Si, la loro situazione generale di inflazione e perdita di potere d’acquisto. Oltre all’aumento generale dei prezzi e il dollaro forte congiunto agli americani che occupano quelle minori disponibilità di camere, li mette fuori gioco.

Come riempite i vostri aerei verso il Giappone?

Stiamo guardando e operando con la clientela Senior. Perché con il passare del tempo sta diventando sempre più larga, l’età media della popolazione sale e hanno danaro da spendere.

Quindi il traffico della terza età sarà la chiave di volta?

Si, per il fatto che da oggi ai prossimi anni sono una buona prospettiva come segmento di viaggiatori verso la Polinesia.

Stiamo parlando di costi, il Dreamliner è stato il gamechanger per voi?

Si, consuma pochissimo. Noi abbiamo fatto la transizione degli aerei dall’A340-300 al B787-9 giusto prima del Covid-19, l’ultimo dei quattro é arrivato nel 2019 prima della pandemia. 

Dove é stato un gamechanger?

Ha un eccezionale comfort di volo , che offre ai nostri passeggeri, i quali arrivano più riposati. Poi ha il 25% di minor consumo di carburante, che in questi momenti il suo prezzo é altissimo e pesa tanto nei conti dei vettori.

Costa anche meno di manutenzione?

Certo, avendo due motori in meno rispetto all’A340/300, ci permette di ridurre della metà le maintenance reserve per ora di volo da accantonare di ognuno per il nostro budget. Le voglio dire un’altra cosa…

Ci dica?

É un aereo assolutamente gradito dai nostri equipaggi nell’esperienza di lavoro a bordo di questo aereo a confronto degli altri e del passato. Loro ci dicono che lavorano meglio e arrivano a destinazione meno stanchi.

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