Air Corsica si prende le rotte dalla Corsica verso Marsiglia e Nizza


Air Corsica si aggiudica le rotte in continuità territoraile tra i quattro aeroporti dell’isola verso Marsiglia e Nizza.

Così si legge nell’articolo di La Tribune ha ottenuto il DSP per le rotte Ajaccio-Marsiglia, Ajaccio-Nizza, Bastia-Marsiglia, Bastia-Nizza, Calvi-Marsiglia, Calvi-Nizza, Figari-Marsiglia e Figari-Nizza.

Air Corsica su due delle otto rotte (Marsiglia per Marsiglia e Nizza) ha visto la concorrenza di Volotea, ma il vettore spagnolo non si è visto aggiudicare nessuna delle due rotte, sulle quali aveva presentato un offerta.

Tutti gli eletti dell’Assemblea corsa, ad eccezione degli 11 consiglieri membri del consiglio di sorveglianza di Air Corsica espulsi per ovvi motivi legali, hanno scelto la compagnia corsa rispetto a quella catalana per garantire la continuità territoriale tra gli aeroporti della Corsica. Ajaccio e Bastia e quello di Marsiglia.

L’unanimità, ottenuta sotto lo sguardo attento di due delegazioni di dipendenti di Air Corsica e Air France, è stata accolta con una standing ovation. Nel corso del pomeriggio di giovedì 30 novembre, i successivi interventi hanno ricordato il profondo attaccamento dell’Assemblea corsa alla “sua” azienda, l’ex CCM creata più di 30 anni fa.

La Tribune ha chiesto un opinione al Presidente di Air Corsica Luc Bereni e scrive:

Corsica: “Se il servizio pubblico cambiasse delegati, non sarebbe senza notevoli danni” (Luc Bereni, Air Corsica)

Il presidente di Air Corsica spera di finire per “togliergli tutto”

In un’intervista a La Tribune, Luc Bereni, presidente di Air Corsica, ha ricordato che la compagnia è stata creata deliberatamente nel 1989 per fornire un servizio pubblico: “è volontà dell’Assemblea corsa dell’epoca, neoeletta, controllare i suoi trasporti e la soluzione migliore era possedere i mezzi di produzione, aerei e squadre, creando una società regionale che avesse anche il benefico effetto di generare benefici economici e sociali per il territorio. »

Ma da allora, l’Europa chiede che le linee corse siano messe in competizione… Una scelta criticata dal presidente della compagnia corsa. “Il mercato unico europeo è accessibile a tutte le imprese che ne fanno parte, ma poiché le norme fiscali e sociali sono diverse da uno Stato all’altro, si verifica necessariamente una distorsione delle strutture dei costi”, ha lamentato. Soprattutto perché, secondo lui, un simile passaggio di mano avrebbe conseguenze significative.

“Se il servizio pubblico cambiasse delega, ciò non avverrebbe senza notevoli danni e metterebbe in discussione il modello che la Corsica ha democraticamente scelto più di trent’anni fa. Quindi, spero, finiremo per prendere tutto”, ha detto Luc Bereni.
Un milione di passeggeri interessati dalle linee

La nuova contnuità territoriale Inizierà il 1 gennaio 2024 e terminerà il 31 dicembre 2027

Lerotte messe sul mercato in totale sono 12. Dopo le 8 assegnate a Air Corsica, rimangono le quattro da Parigi Orly verso le quattro destinazioni corse, dove Air Corsica si presenta in congiunzione con Air France. Volotea ha presentato l’offerta solo su quelle più grosse e cioè da Ajaccio e Bastia per Orly.

“Le trattative non sono chiuse”, ha chiarito il consiglio esecutivo, che intende prorogare con un emendamento fino a marzo l’attuale DSP effettuato da Air Corsica associata ad Air France

C’è da dire che l’ambiente corso, per chi ci vive e i sindacati non vedono di buon occhio l’arrivo di Volotea. Infatti La Tribune scrive “Di fronte alla minaccia, diverse centinaia di persone si sono riunite giovedì mattina davanti all’Assemblea della Corsica, su appello dei sindacati di Air Corsica preoccupati per il futuro della compagnia regionale e dei 770 posti di lavoro che rappresenterà se Volotea otterrà le due linee. «Con l’arrivo di Volotea, lo spettro del collasso dell’intero tessuto economico e sociale della Corsica diventerebbe realtà», avevano già denunciato in un comunicato stampa di inizio ottobre i sindacati FO e CGT del settore aereo, accusando la società di voler “vampirizzare” i fondi pubblici.

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