Il 2% di SAF dal 2025 in ogni volo delle compagnie europee in partenza dall’Europa. Le altre compagnie sono libere di fare ciò che vogliono. Perché?


Le compagnie aeree non europee possono partire e arrivare in ogni parte del mondo, Europa compresa senza un chilogrammo di SAF nei serbatoi dei propri aerei. Invece i vettori europei dal 1 gennaio 2025 hanno l’obbligo di imbarcare almeno il 2% di combustibile sostenibile, che costa per chilogrammo anche sei volte di più di una simile quantità di carburante fossile. Ma chi sono a questo punto i fessi? Noi? Pare proprio di si. Il tutto all’insegna della sostenibilità ecologica ambientale, quando anche chi sorvola l’Europa lo fa senza utilizzare questi carburanti ecologici costosissimi. Ma chi ci guadagna in realtà e chi ci perde? Certamente e’ l’end user, perche’ la UE ha legiferato e negli altri continenti nessuno lo ha fatto in barba alla cosa che si produca piu’ CO2 che in Europa. Non pagano i vettori, oppure pagano il bill dei rifornimenti e poi ribaltano i costi ai passeggeri nei loro biglietti per volare e spostarsi da A a B. Se questo segmento va al di fuori della UE, l’altro vettore avrà costi inferiori, ma potrá stare meglio sul mercato, perché non ha le spese esirbitanti dell’acquisto dei SAF. Il tutto alla faccia del concorrente.

Ma quanto costa tutto questo SAF, il tutto per conoscerlo e farci un ordine sui cisti che i vettori andranno a sopportare. Un esempio lo da l’intervista di Leonard Berberi al CEO di Finnair, Turkka Kausisto che ha dato i numeri, per il 2025 sarà di circa 50 milioni di € l’extra costo rispetto all’anno scorso. Kausisto chiude la risposta con “non é poco”. E’ ovvio che a pagare questo conto saranno i passeggeri e le compagnie aeree hanno messo in atto la mossa per ritoccare i prezzi da quest’anno. Su un volo a corto raggio é al massimo di una decina di €. Ma su un lungo raggio a seconda delle classi puo’ andare dai 30/35€ a 100€ e oltre.Tutti questi costi sono inclusivi dello sviluppo di linee di produzione e stoccaggio dedicate nelle raffinerie, depositi, autobotti. Quindi anchequesti sono parte degli extra costi contenuti nel prezzo aggiuntivo da pagare. Invece per i vettori extra UE non cambia nulla. Perché quindi questa disparità di trattamento?

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