
A volte pare che una lounge aeroportuale sia un luogo per pochi e non per tanti. In realtà i volumi, che il business collegato non sono numeri trascurabili . Tutt’altro.
Il 3% delle partenze entrano in lounge

Nazareno Ventola – AD e DG Aeroporto di Bologna nell’occasione dell’inaugurazione formale della Prima Vista Lounges by Aviapartner, ha detto cge il numero degli accessi nella lounge aeroportuale ha un “peso” del 3%, un numero che potrebbe sembrare ininfluente o irrisorio. Ma che poi in termini economici non e’ assolutamente trascurabile.
In che cosa si traduce per il caso Bologna

Il 3% sul valore e’ di presumibilmente oltre 300mila accessi, un valore che va calcolato sui quasi 11 milioni di passeggeri, che in realtà chi parte e’ la metà visti che i volumi sono calcolati tra chi parte e chi arriva.
Una catchment molto ricca di business o leisure premium

Se c’e’ un valore percentuale di accessi importanfi, e’ sinonimo che il valore del territorio come impatto economico sia importante. Quindi il tessuto industriale e’ importante e con la propensione all’esportazione in termini di viaggi per lavoro e per chi sceglie di volare per diletto in un ambito premium leisure significa che ha possibilità economiche altrettanto importanti per farlo.
Ma chi entra in lounge

E’ da sfatare il fatto che siano solo i ricchi o abbienti a poterne avere accesso , anche se il orezzo da pagare e’ di qualche decina di € a persona. Chi puo’ averne diritto e’ la domanda?
In lounge hanno accesso chi viaggia generalmente con un biglietto aerei che da accesso alla business class, oppure chi ha un tier cioe’un livello di un programma frequent flyer che permetta anche con un biglietto di economica di aver comunque con il suo status di avere accesso alla lounge, ad esempio un gold o platinum di Flying Blue di Air France/KLM oppure premium o executive in Volare/ITA Airways. Un’altra opportunità e’ che si possegga una carta di credito che sia di un circuito come ad esempio Priority Pass e ne garantisca l’entrata. Oppure che sia stato acquistato tramite altri circuiti che vendono voucher per accessi nelle lounge aeroportuali. Innmolti casi per determinati viaggi di lavoro che non permettono l’accesso, le aziende acquistano gli accessi per garantire un oo’ piu’ di relax ai propri dipendenti. In questi casi i passeggeri non pagano.
L’andamento e la modifica del mercato impatta sul tipo di passeggero

Se nel passato, chi entrava in una lounge aeroportuale era prevalentemente di estrazione lavorativa, con una limitata percentuale di viaggiatori premium di alto livello economico. Invece fu proprio il Covid-19 e le sue implicazioni , a spingere i vettori a cercare formule diverse per riempire le business class. Quindi di default in diversi casi avevano l’accesso alle lounge se la tariffa lo permetteva. A seguire con la ripresa del business travel i volumi sono addirittura cresciuti. In alcuni casi per passeggeri che viaggiano per lavoro e non aventi diritto, legato al fatto del tipo di classe di viaggio che non lo permette, le aziende acquistano di fatto l’accesso per dare maggior comfort ai propri dipendenti.