
Non sarà più come prima e speriamo vivamente per poco. Ma tant’è che la situazione è’ diventata diversa. Già da adesso, da quando il distanziamento sociale e’ entrato in atto. Non solo sono diminuiti e diluiti i posti occupati all’interno di un aerei, ma anche i tempi si sono proporzionalmente, oppure meglio dire esponenzialmente allungati. Non il volato, anzi i cieli sono vuoti. Ma a terra nelle operazioni.
Poche persone viaggiano in questi momenti. Poche diciamo, meno persone possono essere a bordo. Ma il tempo e’ anche triplicato o quadruplicato. Un aereo non pieno da 180 posti, oggi ne trasporta al massimo 60 o 120 secondo quanto previsto dal DPCM Conte di metà marzo.
Oltre a ciò uno o due metri per eccesso vanno mantenuti, non solo quando seduti. Ma anche mentre si sale o scende dall’aereo. Oppure se si usa la jet bridge. Armando Brunini – AD e DG di SEA Aeroporto di Milano – l’altro ieri ha detto al forum online di Newton “oggi imbarcare e sbarcare aerei a grande capacità essi richiedono almeno 4 ore”. Praticamente raddoppiati o poco più i tempi solo a paragone di poco più di due mesi fa. Per un aereo stile low cost ce ne vogliono due di ore, contro i 25 minuti canonici di Ryanair. Oppure i 30 di Eurowings, Vueling, Wizz e Brussels Airlines. Un cambio epocale. Chi accetterà per un po’ questo stato di fatto? I low cost o no frills si adegueranno? Oppure aspetteranno a terra futuri tempi migliori senza sapere un quando?
Lo stesso Brunini nel dare ulteriori aggiornamenti su quello che le task force aeroportuali stanno predisponendo sugli elementi disponibili imposti con i decreti. Ha indicato che tutta una serie di accorgimenti stanno per essere implementati. Quali? Indicazioni sul pavimento sulle jetways che segnaleranno i limiti invalicabili dove ogni passeggero in maniera scalata si dovrà fermare per mantenere la separazione da quello di fronte. Non sono tollerati superamenti sia allo sbarco ed all’imbarco. Stessa cosa per le code ai gates, controlli di sicurezza prima dell’accesso alle sale d’imbarco, ai controlli passaporti, ai check-in ed ai nastri. Gli assembramenti sono di fatto vietati. Come pure più di un autobus sarà utilizzato all’imbarco. Per un gruppo di 100 persone, ne serviranno due o tre di navette. Tutto a scapito dei tempi. Quindi preparatevi che per un po’ le lunghe attese saranno una consuetudine.
Lo stato di fatto passa la parola agli operatori aerei. Quindi, chi accetterà questo stato di fatto? Assolutamente senza via di uscita e margine di manovra. Continuerà a sbraitare O’Leary sulla insussistenza del distanziamento sociale a bordo? Ammesso e concesso che ciò accada, paga poi il conto a terra nelle operazioni aeroportuali incomprimibili nei 25 minuti, che per lui sono uno standard operativo e di penali per gli aeroporti che non li rispettano.
Per un po’ il trasporto aereo e’ cambiato. L’unica parola comune e’ “adeguiamoci” senza si e senza ma. Non solo noi, ma anche altri.