
Solido arretrato, flotta in servizio vicina ai numeri pre-Covid e piano per aumentare la produzione
Dopo tre anni difficili a causa del Covid e di un contesto economico e geopolitico complesso, ATR è pronta a crescere nel 2023.
Nel contesto dei problemi della catena di fornitura a livello di settore, nel 2022 ATR ha consegnato 25 aeromobili nuovi e 11 usati. Tuttavia, la flotta in servizio ATR globale è ora vicina ai numeri pre-Covid con 1.200 aeromobili in volo e l’attuale arretrato è in piedi su un solido aereo 160.
L’anno scorso sono state create 150 nuove rotte con velivoli ATR. Nell’ambito del suo impegno per la decarbonizzazione, ATR ha effettuato il primo volo 100% Sustainable Aviation Fuel (SAF) della storia con un aereo commerciale e il suo nuovissimo motore PW127XT è stato certificato ed è entrato in servizio. Allo stesso tempo, ATR ha portato avanti con successo lo sviluppo della sua famiglia di aeromobili, completando il primo volo di prova dell’ATR 42 600S (Short Take-Off and Landing) e avviando uno studio di fattibilità per il suo concetto EVO di prossima generazione. Questi risultati dimostrano l’impegno per la connettività, la sostenibilità e l’innovazione che rappresenta ATR.
L’amministratore delegato di ATR, Nathalie Tarnaud Laude, ha dichiarato: “L’obiettivo per il 2023 è mantenere la nostra posizione di principale produttore di aeromobili regionali, puntando ad almeno 40 consegne, con l’ambizione di aumentare la produzione a 80 aeromobili nei prossimi anni. Con la loro economia imbattibile, le ultime tecnologie e le prestazioni ambientali senza rivali, gli aerei ATR sono ciò di cui i clienti hanno bisogno per operare le loro rotte in modo redditizio, nonostante l’inflazione e l’incertezza energetica. Ciò che ci spinge è che l’aviazione regionale sostenibile ha il potere di migliorare la vita a livello globale, fornendo connessioni vitali alle comunità e alle economie, il che si traduce in aumenti del prodotto interno lordo e occupazione”.
Ora che le restrizioni di viaggio sono state revocate, la società prevede di capitalizzare l’elevata domanda di sostituzione – 1.500 turboelica nei prossimi 20 anni -, per attingere a mercati poco serviti come gli Stati Uniti, per aumentare la propria presenza sul mercato dei cargo e per esplorare nuove opportunità, come operazioni aziendali, governative e umanitarie.