Il prezzo del carburante ritorna a essere un macigno per il caro prezzi dei voli


Da qualche settimana e’ ritornato ad affacciarsi lo spettro del caro carburante e se le compagnie aeree per un po’ avevano tirato il fiato , beneficiando di una situazione piu’ tranquilla e calmierata, in quest’ultimo periodo prevale l’insicurezza per il futuro.

Se le compagnie aeree non ridono, anche i passeggeri non saranno di certo felici dovendo pagare di piu’ per volare. Michael O’Leary lo aveva detto che per salire e sedersi su un aereo non si sarebbero piu’ visti i prezzi stracciati di un tempo.

Ma, il problema potrebbe diventare un altro, ci sara’ tanta domanda per riempire gli aerei? Le compagnie aeree tenderanno a fare dumping, cioe’ vendere a minor prezzo per riempire gli aerei, piuttosto che vendere a pareggio o in guadagno e avere a bordo meno gente? Oppure togliere capacita’ fino a che non si ripresenteranno tempi migliori?

Quale di queste tre opzioni verra’ applicata per gestire il futuro? Si, perche’ c’e’ da tener conto il fatto che le economie europee e mondiali stanno soffrendo oppure e’ il contrario. La Cina e’ molto lenta, invece l’India corre. In Europa la Germania soffre e tanto. Stessa cosa dicasi per i Paesi Bassi. In Italia, va meglio che in quei due paesi, ma tutto e’ un punto interrogativo.

Visto che l’aviation e’ un sistema globale di attivita’ non solo di trasporto e che il combustibile fossile e’ l’unico a essere la via per fare funzionare gli aerei quando volano. Quindi, il fattore prezzo sara’ quello che limitera’ o allarghera’ il business.

Lasciando ai posteri il problema dell’elettrico, che nel trasporto aereo di ogni genere si scontra con problemi di tecnologia nelle mani di chi dove progettare, realizzare e certificare. Oltre al fatto che le date di introduzione si scontrano con le necessita’ dei regolatori di rilasciare con la giusta confidenza nella concessione delle autorizzazioni per l’impiego. Ergo, possiamo parlare per l’inizio del prossimo decennio. Forse? Chi vivra’ vedra’. Oltre a quali costi dovranno sopportare chi vorra’ fare questi prodotti e quando sara’ il ritorno dell’investimento.

Tornando nel breve tempo, il fatto che Arabia Saudita e Russia abbiano tagliato le quantita’ estratte per i prossimi mesi, e’ una condizione fortemente negativa per tutto, che andra’ a peggiorare le condizioni di vendita dei carburanti. Il tutto ricadra’ a cascata sul costo che paghera’ il passeggero per salire su un aereo.

I recenti tagli di capacita’ messi in atto da molti vettori non sono quindi da ricondursi solamente ai tetti dei prezzi dei biglietti o altre ragioni esposte. Sempre il fattore prezzo carburante e’ imperativo per ogni business plan e nella pianificazione futura del budget di un vettore, dove la variabile del prezzo del carburante pesa tantissimo. Insomma, un osservato speciale in piena regola. Oltre ai trend di vendita, visto che stiamo andando verso la stagione piu’ a rischio per i profitti, caratterizzata da domanda in calo, media dei ricavi dai biglietti piu’ bassa dei mesi di punta, oltre allo spettro dei “terrible 90s”.

A supporto di quanto sopra IATA ha un suo osservatorio e i suoi grafici sono chiari sull’andamento dei prezzi del carburante.

Gli ultimi due anni dalla ripresa del dopo covid, specie guardando l’ultimo periodo sono stati fortemente turbolenti e instabili. Non e’ un bel fattore per l’aviazione commerciale , la quale ha necessita’ di tranquillita’. Tutto questo a partire dal costo del carburante che oscilla frequentemente, mette in atto una psicosi che non fa bene e impedisce di pianificare adeguatamente con quella calma in un ambito che vede nelle risorse impiegate negli investimenti uno degli elementi cardine.

Se non e’ certo il futuro, non e’ chiaro come, quando, dove mettere gli aerei e a quale prezzo vendere i posti a bordo.

Tutto non e’ ancora sufficentemente chiaro e si naviga molto ancora a vista.

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