
Non si può tenere conto che per un paese come l’Italia ad alta incidenza manufatturiera ha il PIL come metro di riferimento e il trasporto aereo conseguentemente ne viene ragionevolmente influenzato.
Più PIL c’é e quindi si evidenzia anche la propensione a viaggiare in primis per affari, ma poi per leisure. Il tutto ne é una conseguenza per un maggior potere di spesa e disponibilità economica nei territori.
La metà del PIL é in sole quattro regioni
Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio da sole hanno il 50% del PIL – Prodotto Interno Lordo. La rimanente metà viene suddivisa tra le rimanenti 16, ergo il 3% abbondante di media, contro un 12,5% delle prime quattro. Quattro volte é la differenza.
Come si influenza sul trasporto aereo
Il PIL comprende tutto, quindi non solo il manufatturiero, ma anche il turismo. Nel trasporto aereo vi sono rotte dove hanno una prevalenza di incoming e altre di outgoing. Un esempio sono i voli con origine USA, i quali vedono una predominanza di traffico con origine da oltre oceano. Oppure per i voli da Dubai di flydubai , i quali vedono su Olbia e altre destinazioni italiane una prevalenza in origine dal Middle East o Asia/Oceania. Invece l’outgoing si puo’ configurare su molti collegamenti verso gli hub.
Quali i territori si trovano tra prime 4 e primi 10 tra gli scali
In conclusione c’é una relazione tra quello che esprime il PIL ed i territori. Non a caso nel trasporto aereo la Lombardia esprime che sia Milano Malpensa , Bergamo e Milano Linate sono tra i primi dieci scali italiani. Lo stesso dicasi per Venezia in Veneto , al quale vanno aggiunti svariati milioni di passeggeri gestiti da Verona e Treviso. In Emilia Romagna c’é Bologna, anche questo tra i primi 10 d’Italia. Cosi come Roma Fiumicino e Ciampino per il Lazio.
Chi é rimasto fuori e perché
Invece restano sotto , ma con movimenti ottimi ad esempio Pisa e Firenze per la Toscana. Quindi Napoli per la Campania, cioé é nei primi cinque, ma non lo é la regione di riferimento. Stessa cosa per Catania e Palermo in Sicilia. Tanto nazionale, molto incoming e poca quota in uscita internazionale. Sorprendono Torino e Genova. In passato erano i vertici del triangolo industriale dagli anni 50 all’80 del secolo scorso e poi dopo quando certi complessi industriali si sono ridimensionati o scomparsi hanno lasciato il posto ad uno spostamento ad est verso Venezia e Bologna. Questi nuovi fulcri insieme a Milano sono l’essenza dinamica di un nuovo triangolo industriale dove il PIL vola nelle esportazioni con modelli industriali multipli e piu’ flessibili rispetto alla tramontata industria pesante del passato. Dove purtroppo non c’é stata la stessa propensione a capire la necessità del cambiamento e trasformazione verso economie diverse e piu’ flessibili.