Atlantia (Benetton) risponde alla “chiusura” di Venezia


Con il CdA di Gruppo SAVE Venezia di tre giorni fa nel presentare la semestrale agli azionisti, ha anche esplicato il percorso che seguirà a brevissimo per il cambio di proprietà del sindacato di maggioranza voluto da Enrico Marchi. Atlantia, la holding dei Benetton con il 22% abbondante in pancia di SAVE risponde con un altro colpo a sorpresa, compra il 29,38% di AdB – Aeroporto di Bologna pagandolo 164,5 milioni di €, le azioni sopravvalutatate di 2,5€ l’una rispetto alla quotazione del giorno prima.

E’ un disegno chiaro, Enrico Marchi trova gli azionisti e sopratutto la grana per liquidare il socio di Finint De Vido. L’entrata dei francesi di Infravia e Deutsche Bank permetteranno di lanciare l’OPA che liquiderà anche Morgan Stanley. Oltre al fatto che Marchi scenderà al 12% e quindi si troverà un certo gruzzoletto liquido sonante. L’OPA di SAVE sarà a 21€ e sicuramente Atlantia cederà le sue azioni pagate ad Amber ed altri investitori tra i 14,75 ed i 15,5€ l’una. Niente male, ma loro di finanza ne masticano a tonnellate.

Ecco che, per ora per mero investimento finanziario come dice Giovanni Castellucci – AD di Atlantia che spunta fuori l’opzione Bologna, mai crediamo considerata in precedenza. L’interesse magari di Atlantia un anno fa era di prendersi proprio SAVE. Sfruttando la situazione del momento, che vedeva vicissitudini finanziarie importanti nell’ambito dell’azionariato che controllava la società.

Invece, con la strada sbarrata si prende una quota in AdB – Aeroporto di Bologna, che presto sarà valorizzata ancor di più in termini di finanza e volumi di traffico per l’entrata in servizio dal marzo 2019 del people mover automatico tra aeroporto e stazione centrale di Bologna. Tra l’altro lo cita proprio esplicitamente proprio Castellucci nella nota stampa emessa dopo l’operazione finanziaria. Proprio guarda caso quella nel nodo ferroviario più importante del paese. Venezia avrà qualcosa di simile, una bretellina ferroviaria forse alla fine del prossimo decennio. Ma a paragoni, Venezia Mestre è infinitesimamente più piccola a cospetto di Bologna dove passano le più importanti direttrici ad alta velocità del paese.

Atlantia si ferma come detto alla soglia del 30%, il limite per essere obbligata a fare un OPA, che oggi non gli garantirebbe la maggioranza assoluta nella società, serve tempo per mediarla una cosa del genere. Ma la caratura di Atlantia è assoluta, ha il controllo non solo degli aeroporti di Roma e Nizza. Ma sopratutto sul piano dei trasporti, controlla Autostrade per l’Italia SpA.

In blocco Atlantia nell’operazione Bologna ha comprato le partecipazioni detenute dai due più importanti azionisti privati.  Quelle del fondo Amber per il tramite di San Lazzaro Investments e di Italian Airports controllata da BI Invest della famiglia Bonomi. In blocco questi investitori hanno realizzato in 2 anni esatti più del triplo in capitalizzazione rispetto a quello che avevano investito. Infatti al collocamento avevano acquisito la gran parte delle azioni a 4,5€ l’una! Altri blocchi di azioni le avevano comprate in seguito a valori superiori tra i 5,5 ed i 7-8€. Ma lo zoccolo duro gli ha portato un guadagno ante tasse di 11€ ad azione. Mica male!

Atlantia ora realizzerà dalla vendita di SAVE, oltre al capitale, anche buona parte dell’investimento realizzato ora per comprarsi quasi un terzo di AdB – Aeroporto di Bologna. Oltre a questo, avendo in mano la gestione di due aeroporti di prima grandezza come Roma e Nizza, può formare un triangolo importante. Ha a disposizione come si è visto una liquidità spaventosa ed il know how da trasferire alla società che gestisce l’aeroporto di Bologna a 360 gradi. Bologna con la privatizzazione aveva effettuato una cosa molto insolita come modalità, mettersi nel mercato e purtroppo aver azionisti privati che hanno la mira di realizzare. Quindi, la via poteva essere rimanere allo status quo senza ulteriori benefit di crescita in termine globale. Poteva essere altresì fagocitata e far parte di un qualcosa che ne avrebbe tratto benefici minimi. Oppure come è accaduto in questo caso, per una concatenazione di fattori è entrata con una partecipazione non di controllo in un portafoglio di un soggetto che ha un carisma di regalargli quelle potenzialità future da farlo ulteriormente crescere.

Chapeau, quindi ad Atlantia, gli investimenti giusti, sempre al momento giusto.

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