
Nella foto di Torino Airport tratta dalla sua pagina social di Facebook c’è’ questa accoppiata di aerei di due compagnie aerei inglesi entrambe scomparse, la Dan Air London e la British Caledonian Airways in secondo piano. Erano aerei da 89-119 posti in classe unica, a quei tempi negli anni 70, i charter neve erano elitari, solo una clientela alto spendente si poteva permettere di trascorrere una settimana sulla neve sulle Alpi.
Entrambi i vettori scomparvero qualche decina di anni fa. British Caledonian e Dan Air London furono assorbite da British Airways. La prima nel 1988, la seconda nel 1992. Quest’ultima alla simbolica cifra di una sterlina , si un GBP.
In entrambe le accomuna lo stesso tipo di aereo, il BAC1-11 o One – Eleven che abbiamo già trattato in precedenti articoli:
Tra i due aerei c’è’ una differenzia, entrambi appartengono a differenti serie e lo contraddistinguono una diversa lunghezza della fusoliera, più corto il primo primo, perché e’ un BAC 1-11/311AG e il secondo, ampiamente coperto dal primo e’ più lungo in quanto trattasi un BAC1-11/501EX. La differenza di fusoliera e’ di svariati metri , 28,5 per il primo e 32,61 per il secondo.
Anche la capienza variava da 89 posti a 119 posti del secondo, quello che non si vede totalmente.
Pure i propulsori, i Rolls Royce Spey erano diversi, ovviamente quello del secondo erano più potenti. Dai Mk.511 del primo , si passava al Mk.512-14DW. Da 11400 libbre a 12550. Ciò che non cambiava per entrambi era il rumore. Per chi si lamenta degli aerei di oggi, non c’è’ alcun paragone. Così come le emissioni di scarico, le scie nere li annunciavano ancor prima che le luci di atterraggio li mettessero in vista.
Nella foto , l’ugello di scarico e’ ancora coram senza i primi metodi di riduzione del rumore con i separatori dei flussi dei gas di scarico che qualcosina facevano. Oppure gli hush kit inseriti a seguire. Trattandosi di voli operati in inverno con bassa temperatura gli aerei avevano buone prestazioni di salita rispetto a quelle estive da “ferro da stiro”, cioè dove il rateo di salita era tra i 500 e il 1000 piedi al minuto, nonostante l’utilizzo di metodi aggiuntivi come l’acqua demineralizzata. Ma non era il solo motore degli anni 60 a farlo.
