
Il prossimo sabato all’aeroporto di Milano malpensa ci sarà un presidio/manifestazione contro il masterplan per lo sviluppo dello scalo.
Lo scrive Malpensa24.it in un articolo di Gabriele Ceresa consultabile al link:
“Il territorio reagisce” così titola la testata online, la questione sta pèrendendo peso da quando oltre ai comuni anche il Parco del Ticino ha bocciano l’ampliamento dello scalo lombardo.
Di seguito i punti fermi della protesta sottoscritti dai coordinamenti, comitati e associazioni aderenti al presidio del 22 gennaio:
No all’aumento della superficie della cargo city di numerose decine di ettari (la provincia di Varese è una delle principali consumatrici di suolo italiano), autentica cementificazione senza regole.
Sì al mantenimento della residua brughiera per la presenza di specie botaniche e faunistiche di rara qualità, protette dall’Unione Europea, e all’istituzione di un SIC/ZPS come richiesto dal Parco Ticino e sostenuto dalla comunità scientifica.
No all’aumento del traffico degli spedizionieri sulle nostre strade, già intasate e poco percorribili: l’aumento di traffico stradale comporta un aumento dell’inquinamento atmosferico, di CO2, NOX e altri gas serra che causano il riscaldamento climatico e l’aumento di polveri sottili responsabili di malattie dell’apparato circolatorio e cardiocircolatorio.
Sì alla diminuzione dei veleni nell’aria, al conteggio del cumulo degli impatti e ai veicoli ad energia rinnovabile.
No all’aumento dei voli responsabili dell’inquinamento acustico ed atmosferico che mettono a dura prova la stabilità esistenziale e la nostra aria già inquinata da gas e polveri sottili (basta osservare i dati di ARPA Lombardia sulla qualità dell’aria).
Sì alla limitazione di voli e a un numero di movimenti aerei compatibile con il territorio.
No alla T2-Gallarate, ferrovia costosa, inutile e distruttrice del nostro ambiente.
Sì a un Piano d’Area con VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che definisca quali opere il nostro già martoriato territorio può ancora ricevere.
No alle infiltrazioni mafiose che si sono verificate in alcuni Comuni del sedime, come dimostrato dalla DDA.
Sì a un monitoraggio capillare e costante su tutti i lavori territoriali da parte degli organi giudiziari e di controllo.
No al lavoro precario, temporaneo, ricattabile e di sfruttamento.
Sì a un lavoro di qualità, professionale, garantito e dignitoso.