
L’accordo stipulato recentemente con Rynair è una garanzia di crescita costante per l’aeroporto di Rimini. Il patto con il vettore irlandese è fino al 2028, vale almeno 2 milioni di posti. Questo accordo è stato fatto per annullare in qualche modo nel breve gli effetti negativi che a inizio dell’anno scorso ha dato improvvisamente l’inizio della guerra tra Ucraina e Russia. Nel giro di poche ore a fine febbraio ha cancellato il 70% del suo potenziale traffico stimato in arrivo per l’estate. Un disastro di enormi proporzioni, questo tenuto conto che si proveniva da due anni con gli effetti del covid-19. In pratica è stata una tempesta perfetta per Rimini e la Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna. Un ciclone che ha colpito anche altre aree turistiche italiane, ma non con effetti così devastanti come sulla Riviera di Rimini. A questo punto, ha archiviato il 2022 al meglio che ha potuto, si è rimboccato le maniche come si dice in Romagna, dandosi da fare nel cercare altro traffico. Per il 2023 ha messo in piedi una pianificazione per aumentare i volumi e andare verso quelli del 2019. Nel futuro a medio termine spera nella cessazione del conflitto e in altri flussi turistici che sta cercando all’estero.Di questo e delle prospettive future negli anni a venire, alla BIT di Milano ne abbiamo parlato con Leonardo Corbucci – CEO di Airiminum2014, la società che gestisce l’aeroporto Federico Fellini di Rimini.
Dott. Corbucci. come si è chiuso il 2022 per l’aeroporto di Rimini?
Il 2022 si è chiuso con 215mila passeggeri , che evidentemente è un accontentarsi.
Perchè?
Si, perchè le nostre ambizioni eramo di superare il mezzo milione. Consideri che il 24 febbraio non si è solo verificata una crisi mondiale, ha colpito l’aeroporto di Rimini in particolar modo, perchè noi al 23 febbraio avevamo 7 destinazioni russe operate da 9 compagnie e 5 destinazioni ucraine operate da 3 compagnie. Più una bielorussa operata da una compagnia. Quindi a febbraio ci ha distrutto un pochino il nostro core business. Il primo e il secondo mercato: Russia e Ucraina. Quindi siamo tra i più speranzosi che questo conflitto finisca a breve e nel frattempo dovremo sviluppare altre tipologie di mercati e la Ryanair/Wizzair saranno due partner che ci aiuteranno in questo senso.
Il 2023 come lo vede?
Guardi, a noi manca il 70% del mercato del 2019. Quindi l’obiettivo del 2023 è un obiettivo che senza la Russia e senza l’Ucraina è un obiettvo di serie B. Allora, penso che ci avvicineremo ai livelli 2019, che già è un risultato importante. Sicuramente supereremo i 300mila passeggeri. Speriamo che con la stagione invernale di avvicinarci ai 350mila. Quindi per l’aeroporto di Rimini sono numeri importanti , considerando che il 90% del nostro traffico è un traffico incoming. L’aeroporto, è un aeroporto di destinazione, chi atterra a Rimini rimane in sede , se ci limitiamo alla programmazione di quest’anno di Ryanair, su 9 rotte operate, eccetto Palermo e Cagliari, le altre 7 sono tutte straniere, la maggior parte sono dai paesi dell’est. Il grosso dei flussi e un flusso di incoming. Quindi indotto del territorio.
Nel passato Rimini era una meta famosa in tutta Europa continentale e Scandinavia. Oggi è comunque servita con Londra. Crede che si possa ritornare ai fasti del passato ?
Beh, è un pochino cambiato il mondo. Quando lei parlava di quelle destinazioni servite nel passato, c’erano una serie di tour operator importanti. In particolare dall’Inghilterra. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una serie di fallimenti. Oggi il turista si muove con voli di linea, Quando parliano di Inghilterra, quest’anno con Ryanair raggiungiamo 4 volte a settimana Londra. Allora è evidente che, anche Rimini deve ripensare al suo modello di business, Non più tour operator, non più charter, ma sviluppo di voli di linea. L’aeroporto è uno strumento, deve essere il territorio a essere in grado di attrarre questi grandi flussi, noi siamo a disposizione. Oggi insieme alla Regione e ai Comuni abbiamo rappresentato una unità di intenti.
Quindi Ryanair è un futuro verso anche la destagionalizzazione, verso un network di rotte nazionali e internazionali se ci sarà il supporto?
Si, Ryanair è uno degli attori. Speriamo di attrarne sempre di più. Però numeri alla mano Ryanair è il numero uno in Europa e in Italia. Quindi il fatto è, che tra i 30 aeroporti che servono , su Rimini hanno una attenzione particolare, perchè il grosso sono flussi incoming, non sono voli di collegamento. Da noi portano proprio turisti, si contano , si vedono, grazie a Ryanair abbiamo inventato la Polonia. Perchè prima che arrivasse Ryanair i numeri sulla Polonia erano proprio limitati. Insomma, da qualche anno sta generando importanti flussi dalla Polonia. L’anno scorso si è inventata Budapest. Quest’anno ricomincia con Praga. Quindi Ryanair è uno strumento per il territorio molto importante che va coccolato e va sviluppato
Le chiedo se sta guardando al Medio Oriente viste le recenti aperture in temi di diritti di traffico?
L’aeroporto è un punto di arrivo , dove c’è possibilità ci andiamo. E’ evidente che l’ìaeroporto è lo strumento e chi deve essere attratto è il territorio. Noi dobbiamo essere in grado di fare arrivare compagnie che identificano nel territorio un potenziale di traffico importante. Ecco noi ci limitamo a fare la vetrina. poi i contenuti della vetrima devono essere del territorio.
Quali sono i target di volumi dell’aeroporto nei prossimi anni?
Questo è un aeroporto da collocare in “serie B” tra gli aeroporti dell’aviazione italiana. Se noi distribuiamo gli aeroporti di serie A con un traffico sopra i 5 milioni di passeggeri. La serie B tra 1 milione e 5 milioni. Quindi la serie C sotto il milione.
E Rimini?
Direi attorno ai 3 milioni, allo stesso livello di Brindisi, Lamezia, Pisa e Verona. Questo è il punto di riferimento, ma non perchè siamo bravi noi, ma bensì perchè è importante per il territorio.
Per arrivare a questo cosa deve dare il territorio in terrmini di infrastrutture, alberghi, servizi?
Noi abbiamo fino al 2050 la concessione, ci arriveremo molto prima.